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Kawasaki Z 750 B1 (1976)
 

Quello che segue è un articolo apparso su un numero di motociclismo del1976.
Le foto sono quelle originali dell'articolo
.

 

foto_1
Una fedele e solida moto per le lunghe distanze: la Kawasaki Z 750

Alcune immagini della nostra prova.
In alto la Kawasaki Z 750 è stata provata anche su terreno a lei poco congeniale.
A destra, un passaggio a tutta velocità sulla pista Pirelli di Vizzola Ticino.

Sotto a destra, un cow-boy in erba, lustra il suo cavallo di razza. La Kawasaki Z 750 costa L. 2.187.000 IVA compresa.

 

Nelle foto di queste pagine alcuni momenti della nostra prova che dimostrano le ottime doti di maneggevolezza della Kawasaki Z 750. La bicilindrica giapponese consuma poco.

E' una bicilindrica bialbero cinque marce di nuovo conio. Affidabile, silenziosa, confortevole, consuma poco, ha un forte tiro al bassi regimi e richiede scarsa manutenzione. Vanta ottime doti di maneggevolezza nonostante il peso elevato. Non accede in frenata soprattutto nella guida brillante.

I giapponesi sempre attenti alle più nuove e variate richieste del mercato si sono resi conto che per aumentare ulteriormente le proprie vendite nel campo delle moto stradali era necessario puntare su alcuni fattori come la guidabilità, la sicurezza, l'economia, la semplicità, la scarsità di manutenzione, il consumo limitato, fattori che precedentemente erano stati un po' sacrificati a favore di altri più appariscenti.
La Kawasaki si è proposta di soddisfare queste nuove esigenze con la bicilindrica Z 750, in cui si ritrovano certe soluzioni della scuola inglese opportunamente aggiornate, La Z 750 sfrutta anche le esperienze maturate dalla Kawasaki con il prodigioso quattro cilindri 900 che

 
 

Al maniglione posteriore è ancorato in modo assai posticcio un curioso lucchetto per assicurare il casco durante le soste. Questo lucchetto mobile e può essere fissato anche al manubrio. La chiave per aprirlo è sempre quella di accensione. Sarebbero preferibili due ganci, uno per lato.

 
Sotto diversi aspetti la Z 750 ricorda la ben nota Z 900 quattro cilindri, ma le marmitte da bicilindrica ed il profilo anteriore molto più snello la inseriscono nel filone iniziato con la Z 400. La moto vista di dietro è un po' pesante anche se l'insieme è molto compatto.  

adotta il collaudato sistema a contralberi per il bilanciamento delle masse alterne, introdotto per la Z 400. Le vibrazioni infatti sono sempre state il male cronico ed invisibile di tutti i bicilindrici con manovellismo a 360°. Le bicilindriche inglesi accusavano inoltre scarsa affidabilità, difficoltà di manutenzione e consumo d'olio.
   Diremo subito che al primo contatto, spostando in garage questa Z 750, essa risulta molto pesante, duecentoventisei chilogrammi per una bicilindrica sono effettivamente troppi.
   Immaginiamo già le imprecazioni di chi dovrà muovere a spinta questa moto, magari carica di bagagli. Quello della leggerezza e un obiettivo che non e stato purtroppo preso in troppa considerazione dai progettisti. Una moto leggera risparmia la catena, ha una miglior ripresa, un minor consumo, frena meglio e guadagna molto in maneggevolezza.
   Il motore Z 750 con i due alberi supplementari di bilanciamento ed il doppio asse a camme in testa non è certo un bicilindrico tra i più leggeri. Volendo però si poteva risparmiare un po' nell' accessoristica e nel dimensionamento delle parti secondarie. Il cavalletto centrale ad esempio, oltre che troppo sporgente è anche troppo pesante. A dispetto di questo peso la moto appena si muove è di una maneggevolezza esemplare con il manubrio e le pedane che servono come due bilancieri per amministrare il punto di equilibrio.
   II rumore di scarico al minimo è un po' irregolare e coperto dai fruscii degli scorrimenti interni delle catene. La silenziosità è eccellente e quasi suscita rimpianti quando in autostrada il vento della corsa copre gli 84 decibels di scarico.
   Purtroppo un inconveniente di questa moto è lo strappo in ripresa ed in staccata, nettamente avvertibile alla ruota motrice. Ciò e dovuto alla caratteristica erogazione della potenza dei bicilindrici a 360°, specialmente quando i suoi volani pesano meno del solito e non offrono quindi una grossa inerzia al di sotto di un certo numero di giri
Anche per l'effetto aggiuntivo dei carburatori a depressione, che hanno bisogno di un certo flusso per funzionare bene, può così succedere che all' atto della partenza con la Z 750 se non si sfriziona un po' tenendo su di giri il motore, questo si inceppi impuntandosi e sbilanciando il pilota che aveva appena messo i piedi sulle pedane. Allora la moto si corica improvvisamente e diventa problematico, per il suo peso, tenerla in piedi.

Raccomandiamo quindi in partenza un attento uso della frizione, avendo cura di tenere sufficientemente aperto il gas.
   Questo pero non vuol dire che questa moto non abbia coppia, anzi ne ha tanta e dislocata molto in basso. La coppia massima è infatti di ben 6 kg/m a soli 3000 girl con la potenza massima a 6000 girl. La guida di questa nuova Z 750 e quindi molto più fluida rispetto a quella della Z 400 che aveva la coppia massima a 7500 girl, appena 1000 giri sotto la potenza massima, II risultato immediato è che con questa moto si pennellano le curve di un percorso di montagna tenendo ii motore ad appena 3500 girl ed usando solo la quinta marcia, con al massimo qualche rara scalata in quarta. Per fare dei paragoni una quadricilindrica qualsiasi per mantenere la stessa andatura deve stare sui 6000 o 7000 girl, sfruttando i rapporti più bassi e cambiando frequentemente marcia.
   La tenuta di strada, grazie a questa potenza che si srotola dolcemente sull' asfalto, è sempre ottima in tutte le condizioni perchè non avvengono brusche variazioni di trazione sulla ruota posteriore che quindi tiene sempre bene e si consuma poco.
   Questa progressione di spinta e l'ottimo dimensionamento del telaio e della posizione di guida, permettono correzioni ed inclinazioni sicure, sino a limare ii cavalletto centrale, il cui richiamo sulla sinistra tocca eccessivamente nelle pieghe più spinte.
Indifferente anche al carico questa moto e adatta al turismo in due con bagagli. Le sue doti migliori in questo senso sono l'elasticità, la maneggevolezza, la facilità di guida, la silenziosità, il confort con l'eccezione della sella larga ma troppo dura, ed il ridotto consumo, veramente eccezionale per una 750. Durante la nostra prova abbiamo registrato punte di 20 km/lt, mantenendo una media di 17 km/lt. L'autonomia e di oltre 200 km. I difetti maggiori per un uso turistico sono il peso eccessivo da fermo e le vibrazioni residue, particolarmente avvertibili sulle manopole e sul serbatoio viaggiando in autostrada attorno al 6000 giri. Spremendo tutti i cavalli la frizione tiene sempre bene, ma il motore tende a scaldarsi molto, logorando eccessivamente la catena.
   Le sospensioni, costruite per ottenere il massimo confort, a forte andatura entrano in crisi non offrendo più una tenuta di strada pari a quella garantita per

 un'andatura turistica.
   I due freni a disco svolgono un lavoro sufficiente purchè si faccia attenzione a non sollecitare troppo quello posteriore che, è troppo potente e tende a bloccare la ruota con relativa perdita di aderenza. L'ideale sarebbe stato un doppio disco anteriore in quanto l' unico attuale non è proprio il massimo desiderabile. Quando piove alla prima frenata si verifica sempre un ritardo di qualche secondo tra azione ed effetto frenante. E' un particolare che mette un po' a disagio il pilota che richiede quindi un po' più di prudenza. Purtroppo il potente freno a disco posteriore quando viene sollecitato a lungo inizia a fischiare fastidiosamente ed a volte vibra producendo una specie di barrito.


I comandi elettrici ed i leveraggi rispondono pienamente ai criteri di sicurezza e funzionalità plù volte auspicati queste pagine. Il serbatoio dell'olio per la pompa del freno anteriore sembra già dimensionato per un impianto a doppio disco. Si notino i cavi del fili elettrici esterni al manubrio. Questo particolare facilita il montaggio del manubrio speciale preferito dal pilota.

 

Bello ed essenziale il cruscotto con gli strumenti che risultano precisi e insensibili alle vibrazioni. Per combattere questa ultime gli ancoraggi del manubrio sono montati elasticamente. Curiosamente la spia della luce abbagliante si accende quando si inserisce invece l'anabbagliante. L'intensa luminescenza rossa della spia disturba pero la guida notturna. Nel corso della nostra prova si è bruciata la lampadina di posizione del faro.

 
 
Indicato dal dito, l'interruttore dello stop per il circuito frenante anteriore. La chiave del bloccasterzo anteriore è la stessa che si usa per l'accensione.

Completa e di ottima qualità la serie dei ferri di bordo. Molto comodo da cambiare il grosso filtro a cartuccia. Nella coda della sella vi è una piccola cartella per i documenti e nel ripostiglio del codino vi è un po' di posto per i piccoli oggetti personali. Per ribaltare lateralmente la sella si usa sempre la chiave d'accensione. Sotto la sella e sul parafango non mancano i soliti avvisi stampigliati.

Molto ben realizzato il tappo del serbatoio con serratura a chiave. Il rubinetto della benzina è unico con le solite tre comode posizioni. I due grossi carburatori a depressione si inseriscono nei due manicotti ricoperti in gomma, collegati inferiormente da un tubetto di compensazione. Come si può ben notare l'architettura della testa e del cilindri è del tutto simile a quella della sorella quadricilindrica di 900 cc.

Come il solito la centralina elettrica con i fusibili è sistemata sotto la fiancatina sinistra. Sotto quella di destra vi è il serbatoio e la pompa del freno a disco posteriore.

 

 

La leva del freno posteriore e molto lunga, col fulcro assai distante dalle pedane di gomma. Le pedane sono ribaltabili ed ancorate al telaio tramite un silent-block di gomma, sempre per attutire le vibrazioni. Il cavalletto centrale ha il richiamo troppo vistoso e sporgente per cui è facile farlo strisciare sull'asfalto.

   

I dischi dell'impianto frenante sono da 245 mm. ant. e 230 mm. post. Le ruote non sono bilanciate; quella posteriore reca due bulloni di sicurezza. I pneumatici Bridgestone sono da 325 H 19 ant. e 4.00 H 18 post. Notare la lunga asta di ancoraggio per il gruppo pinze posteriore.

 
Tolto il serbatoio, appare la spina dorsale del telaio. Come nel caso della Z 900, i traliccio è costituito di tubi piuttosto contenuti di diametro, ma in questo caso sono maggiormente fasciati tra di loro e le linee di raccordo risultano molto più sfumate. 
La coppa non è molto alettata. Sotto di essa si nota il tubo di compensazione tra le due marmitte. 
   

 

 

 Anteriormente, sotto i cilindri è posto il motorino d'avviamento. Sotto di esso la protuberanza del carter contiene le masse controrotanti che contribuiscono a ridurre le vibrazioni generate dalla rotazione dell'albero motore.
Come sulla Z 900 lo sfiato dei vapori d'olio sfocia nella scatola del filtro dell'aria.

 

Sempre utile e pratica la finestrella di spia per il livello dell'olio,attraverso la quale si vede girare la pompa.
Stranamente economica la soluzione del ruttore d'accensione ad una sola coppia di contatti come sulla Z 400.
Ben fatto ed estremamente accessibile il meccanismo di azionamento della frizione secondo il sistema a vitone dotato di un pratico registro.

 

 

Alcuni interessanti particolari del motore di cui mostriamo anche le curve caratteristiche.
Le teste e i cilindri sono realizzati sullo schema di quelli della 900 quattro cilindri mentre nel carter e parti interne si riconoscono alcune soluzioni della 400 due cilindri. La distribuzione bialbero è più costosa ma richiede registrazioni meno frequenti ed offre maggior precisione di fasatura, maggior durata, maggior resistenza al fuori giri ed anche prestazioni più elevate. Da notare, in particolare, I'albero motore su tre supporti coi pignoni per le catene della distribuzione e dei bilanciatori e coi volani leggermente sottodimensionati, i tenditori automatici per le già menzionate catene, gli alberi a camme ruotanti direttamente sull'alluminio della testata, i carburatori a depressione, il tubetto di compensazione fra i due condotti di ammissione, la catena Morse per la trasmissione primaria e il grosso filtro dell'olio. Gli alberi dei bilanciatori girano su rullini. I fori sulla testata per i bulloni di fissaggio sono chiusi da tappi in lega leggera dotati di anelli di tenuta in gomma sintetica per evitare trafilaggi d'olio.



Le caratteristiche tecniche
Motore: bicilindrico affiancato fronte marcia, quattro tempi, raffreddato ad aria, con manovellismo a 360°. Alesaggio e corsa mm 78x78x2 = 745 cc.
Distribuzione monoalbero a camme comandare da una catena centrale. Diagramma: aspirazione 30°-50°, scarico 70°-30°. Gioco di funzionamento a freddo: 0,05-0,10 mm asp. e scar.
Rapporto di compressione 8,5:1. 0
Accensione: a batteria con una sola coppia di ruttori ed una sola bobina per entrambi i cilindri; anticipo 5°+30“ (max) con distanza dei contatti platinati 0,30-0,45 mm. Candele NGK B-8ES. Distanza degli elettrodi 0,7-0,8 mm. Lubrificazione: a pressione d'olio contenuto nella coppa e mantenuto in circolo da una pompa trocoidale con una pressione media di 4 kg/cm2. Capacità olio: 4 lt. con il filtro. Gradazione SAE 1OW50. Temperatura media del lubrificante in esercizio 80-90 °.
Carburatori:
due Mikuni BS 38 a depressione con farfalle comandate da un sistema desmodromico. Diffusori da 38 mm, getto del massimo 125. Getto del minimo 45. Vite dell'aria aperta di 1,2-1,5 giri.
Filtro dell'aria a secco con unica cartuccia intercambiabile.
Trasmissione: trasmissione primaria ad ingranaggi a denti diritti collegati da una catena Morse: rapporto 2,480 (57/ 23). Frizione a dischi multipli in bagno d' olio. Trasmissione finale a catena: rapporti interni 1' 35/15 (2533) 2' 31/19 (1,631) 3' 28/22 (1,273) 4' 26/25 (l,040) 5 24/27 (0,889). Rapporto totale in Quinta 55,23.
Sospensioni: anteriore a forcella teleidraulica, contenuto olio per stelo 180 cc olio SAE 5W20.
Posteriore con forcellone oscillante ed ammortizzatori regolabili su cinque posizioni.
Impianto elettrico: alimentato da alternatore (14-15 volts) rettificatore e regolatore collegati ad una batteria Nippon Denchi 12V 12Ah. Faro anteriore con lampada biluce da 12V 45-50 W. Lampada posteriore da 12V 5/21 W.
Dimensioni: interasse 1450 larghezza manubrio 815, altezza manubrio 1100, altezza sella 850, altezza minima da terra 170 (misure in mm).

 

 

 

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