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3° MOTOINGRASSO
Mandello del Lario (2008)
"Passano gli anni, continuiamo a far danni"

    
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Raccontato da: Suzibandit

Quest' anno visto che Antonuk aveva la moto nuova di grossa cilindrata abbiamo deciso di fare il motoingrasso vicino a casa sua, così impara a comperarsi i cancelli! 
Era da un po' che mi frullava per la testa di andare a visitare un pezzo di storia italiana motociclistica e non: la Motoguzzi.Per la sistemazione notturna, come al solito mi affido al caso, e come al solito cado bene. Cercando un Bed & Breakfast a Mandello, san Google mi indica il B&B all'Acqua Bianca proprio a Mandello città.... contatto la signora Annamaria che gentilissima mi conferma la diponibilità del posto.Una volta garantito l'alloggio, visto che per il vitto non abbiamo mai avuto problemi, concordiamo con Pegasello un itinerario di massima per raggiungere la meta: facciamo la strada più veloce.... Padova, Bassano, Valsugana fino a Trento e poi su per Mezzolombardo, Cles per poi sconfinare il Lombardia passando per Ponte di Legno, Aprica poi giù fino a Sondrio, Morbegno dove ci saremmo incontrati con Antonuk.Arriva il fatidico giorno: ritrovo presso il parcheggio Ikea di Padova Est ore 7.30, orario stimato di arrivo incerto. Indicativamente ora di pranzo, che prevediamo di fare in compagnia del motociclista diversamente giovane. Le previsioni non promettono niente di buono, infatti mantengono quanto promesso: da Bassano saremo accompagnati da una fastidiosa pioggerellina che ci farà compagnia fino al passo del Tonale dove finalmente riusciremo a vedere un pochino di cielo azzurro. Le nuvole comunque saranno nostre compagne per tutto il Motoingrasso...
Partiti, prima ed unica sosta prevista è alla birreria Ai Trenti, noto locale frequentato da motociclisti in sona Bassano dove chiediamo la classica colazione del Motoingrasso: panno con soppressa… per questa volta evitiamo alcolici vista la vagonata di chilometri che ci aspettano. Rinfrancati della sosta corroborante ripartiamo alla volta di Trento: a parte l’acqua che ci arriva addosso da tutte le parti non ho altri ricordi del viaggio fino a Cles.Arrivati in zona Trento come da accordi chiamiamo Antonuk che ci risponde con la classica voce impastata di chi ha ancora la testa sul cuscino… ci conferma che avrebbe fatto colazione con calma e che sarebbe partito alla volta di Morbegno… dai che manca poco!!!

Purtroppo da qui i ricordi, ahimè si fanno più vividi e dolorosi. 
Sotto un tiepido sole arriviamo sul Tonale… foto di rito, pausa benza e ci dirigiamo verso Aprica, dove era appena passato il giro d’Italia…. Mi sto godendo il paesaggio quando una deviazione si presenta davanti ai nostro occhi… la statale è chiusa per lavori ed  il traffico (tutto) è deviato in una strada secondaria (direi che classificarla come strada è anche troppo ottimistico) molto ripida con l’asfalto in pessime condizioni e brecciolino ovunque. Il fatto che fosse stretta costringeva a più riprese le auto che mi precedevano a fermarsi per far fluire il traffico dell’altro senso… Pegasello si porta avanti, io vista la mole de LaSignora decido che viste le condizioni della strada è meglio che dosi con il goniometro l’acceleratore e che mi dimentichi del freno anteriore.
Ma non c’è elettronica che possa fermare la fisica, e malgrado le mie attenzioni la moto in discesa comincia a prendere velocità….sempre di più… il freno dietro fatica a rallentare la corsa….l’auto davanti a me, ferma, si avvicina sempre più…provo a toccare il freno anteriore…punto i piedi…niente… la macchina ancora non può partire viste le auto che procedono dal senso inverso … la moto prende ancora più velocità… che faccio?! … non posso buttarmi sulla sinistra….ci sono le macchine che mi vengono incontro… a destra manco a parlarne, guard-rail parte c’è un simpatico strapiombo……  freno in maniera più decisa con l’anteriore ed accade il fattaccio… la ruota davanti si blocca e perdo l’anteriore… dopo una bella scivolata di 3 metri buoni vado a parcheggiare la moto sotto il paraurti del SUV che mi precede! Ecco avverarsi uno dei miei peggiori incubi… fare un incidente lontano da casa.
Non senza difficoltà con l’aiuto del proprietario del SUV e di suo figlio tiriamo su la moto, ed una volta appurato che non mi sono fatto miracolosamente niente (grazie alle protezioni) passiamo a fare una valutazione dei danni. 
Il SUV, a parte uno striscio nella parte inferiore del paraurti posteriore non ha niente di grave. Me la caverò con 250€ di conto del carrozziere liquidato in buona fede a consuntivo.
LaSignora tutto sommato non ha avuto grossi danni, grazie soprattutto al paramotore che avevo montato poco prima…senza questo antiestetico accessorio sicuramente non sarei tornato a casa con la moto, visto che avrei sicuramente rotto il carter motore!
Il problema maggiore è che cadendo la moto ha fatto perno sul manubrio piegandolo in maniera tale da non riuscire a sterzare la moto e la leva del freno anteriore si era spezzata alla base.Nel frattempo Pegasello che non mi aveva visto arrivare, torna indietro  e mi vede li intento a provare a mettere in moto la moto….volevo essere certo di tornare a casa col sedere sulla mia fedele due ruote. Fortunatamente la proverbiale robustezza del SACS aveva confermato la sua fama… al secondo colpo la moto comincia a girare regolare….intanto una buona notizia. Adesso vedremo come risolvere gli altri inconvenienti.

Il problema maggiore era come affrontare la strada in discesa e la serie di tornati che mi aspettavano, senza il freno anteriore.Il proprietario del SUV per aiutarmi comincia a chiamare suoi conoscenti per reperire un ricambio della moto, di originali niente da fare…per un pezzo after market serve il campione…come fare? Facile! Smonto la leva e la consegno al gentilissimo suvista che si offre di consegnarla ad Antonuk (che nel frattempo avevamo reso edotto dell’accaduto) più giù a Sondrio. Pegasello decide di rimanere a farmi compagnia: oramai è ora di pranzo e dobbiamo attendere l’orario di apertura del concessionario.
Si pensa di spostarci dal brutto posto dove eravamo (praticamente in uno spiazzo di 2 metri per 1 sul lato della stradina) scendendo di qualche centinaio di metri, ma il sottoscritto ancora provato dall’accaduto senza il freno davanti e praticamente con il manubrio a 90° non se la sente.
Ma come l’esperienza insegna, mai dire mai… dovrò dare fondo a tutto il mio sangue freddo e scendere con la moto in questa condizioni quando qualche ora più tardi Antonuk mi confermerà che senza la leva completa di attacco (io avevo consegnato solo una parte nella speranza che bastasse) il meccanico non è in grado di aiutarmi. E adesso che si fa?
Come un novello Mc Giver il sottoscritto estrae dal cilindro, pinza coltello e fascette e con queste confeziona una leva del freno posticcia…. Non servirà a gran che, ma meglio di niente! Per il manubrio, amen! Mi adatterò!
Quelli che seguiranno saranno i 20 minuti più brutti della mia vita. Pegasello davanti a fare da apripista, io dietro a 30km/h a fare curve e tornanti su una strada che sembra diventare in alcuni punti una mulattiera.
Fortunatamente non incrociamo altri mezzi per l’ultimo tratto di strada, ed io quando vedo finalmente la statale ricomincio a respirare!
Antonuk ci sta aspettando presso il meccanico. Quest’ ultimo  un ragazzo giovane e cordiale che appena vede la moto comincia a frugare tra i rottami di un precedente sfortunato motociclista e cosa vi trova? Una leva perfettamente adattabile, anche se parzialmente spezzata: 10 minuti e sono di nuovo in strada. Giuseppe, il meccanico,  in nome della fratellanza motociclistica non vorrà neanche una euro… io gli lascerò i soldi per una birra da bere alla mia salute. Manubrio a parte riesco a guidare decentemente.

Oramai si è fatto tardi, proviamo comunque a passare per il museo Guzzi ma purtroppo siamo arrivati tardi…. Non riusciremo più a visitarlo…pazienza, cause di forza maggiore ce lo hanno impedito.
Chiamiamo la signora Annamaria del B&B, per chiedere informazioni su come raggiungere la casa: questa prima ci rimprovera per non averla avvisata del nostro ritardo, poi capita la situazione ci manda suo figlio a farci strada, in moto.
Di li a 20 minuti siamo sul piazzale di Annamaria a scaricare le moto dai fardelli.
Che facciamo per il manubrio? A dire il vero non me la sentivo di fare centinaia di chilometri con la moto in tali condizioni.
Decidiamo di fare un pochini di chilometri e di andare a trovare il Perego, ora titolare di un noto concessionario Guzzi della brianza, chissà che lui non mi possa essere di aiuto.
Pochi chilometri prima di Verano Brianza ci sorprende un temporale di dimensioni bibliche: Antonuk giura di aver visto Noè che ci salutava dall’alto della sua arca. Arriviamo al concessionario giusto in tempo per vedere passare l’Arca con sopra Noè che gridava: “terraaaaaa….terrraaaaaaa”.

I ragazzi dell’officina erano tutti intenti ad allestire il concessionario per un evento che si sarebbe tento l’indomani mattina.
Visto il tempo inclemente non potendo togliere il disturbo e non volendo rimanere con le mani in mano, decidiamo di renderci utili: alla domanda “Come possiamo aiutarvi ?” per tutta risposta ci consegnano uno straccio e ci dicono “Bon, cominciate con lo spolverare le moto in esposizione!”. Ma quante erano? Credo la produzione mensile della Motoguzzi! Dopo un bel po’ mi ricordo che LaSignora è giù che aspetta che io la aiuti a guarire dalla sua menomazione.
Approfittando di un momento di pausa del Perego, gli spiego il problema e lui sguinzaglia uno dei suoi nel magazzino ricambi: questo esce dopo poco con 3 manubri tra cui scegliere…tra gli altri scopriamo che quello originale della Breva, colore a parte è identico a quello che avevo.
Detto fatto un team di tre persone, pari solo al team di Vale si adopera per sostituire in un battibaleno il manubrio leso: mezz’ora ed è tutto fatto. Si sono fatte le 21.00, e fuori ha smesso di piovere…è tempo di pagare (molto poco, a dire il vero) e di togliere il disturbo. 
Ora che ci pensiamo abbiamo tutti abbastanza fame… torniamo in quel di Mandello in cerca di un ristorante tipico: ne troveremo uno vicino al B&B dove sazieremo le nostre stanche panze a colpi di neretti, garganelli e maiale al forno.
Rinfrancati dalle libagioni ce ne torniamo, non senza perderci, alla nostra magione. Dobbiamo andare a nanna, l’indomani ci avrebbe aspettato una giornata pregna di curve.
Io sono al settimo cielo: malgrado tutto riuscirò a finire il motoingrasso con la moto in ordine!

L’indomani ci aspetta una bella colazione preparata da Annamaria, degna del miglior albergo a 4 stelle. 
Studiamo a tavolino l’itinerario del giorno: periplo del lago più una puntata a Bellagio e scorribande varie nelle strade del lecchese.
Tutto sommato, tranne il tratto del Ghisallo di strade pastose non ne abbiamo incontrate tante, ma anche se fosse stato il fondo reso viscido dalla pioggerellina della notte e dalla bruma non ci avrebbero consentito di divertirci comunque.
Infatti anche i panorami che ci circondavano erano nascosti dalla coltre di nuvole. Peccato!

Per rinfrancarci, arrivati a Bellano ci intrufoliamo tra gli invitati di un matrimonio, allettati dall’avvenenza della testimone di nozze e delle amiche, attendiamo l’arrivo della sposa confondendoci tra la folla davanti alla chiesa. Soddisfatta la nostra curiosità puntiamo a Lecco dove passiamo delle ore ad attendere la partenza di un rally. 
Insomma tutta una serie di attività tipiche dei motociclisti.

E si fa sera…

Domenica mattina colazione, saluti di rito, e via verso casa.Da qui in poi, solo piattume ed asfalto!

Un altro motoingrasso è andato…

 

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